Tra i vari tipi di gas in commercio (butano, gas di città, metano ecc.) il metano oggi è il più utilizzato perché la sua distribuzione avviene direttamente all’utilizzatore senza bombole o bombolotti di vario tipo.
Il suo potere calorifico varia da 9.000 a 12.000 Kcal per metro cubo.
Il suo consumo è in continuo aumento per la completa combustione e l’assenza nei fumi di nerofumo o di incombusti.
I vari tipi di gas, nella combustione, consumano ossigeno per cui è obbligo di legge che i locali dove vengono utilizzati abbiano opportune riprese d’aria dall’esterno onde evitare la saturazione dei locali di gas. Dal DM del 12 aprile 1996 si evince che:
Le superfici libere minime, in funzione della portata termica complessiva non devono essere inferiori a ("Q" esprime la portata termica, in kW ed "S" la superficie, in cm2):
a. locali fuori terra : S ‹ Q x 10;
b. locali seminterrati ed interrati, fino a quota -5 m dal piano di riferimento: S ‹ Q x 15; (con un minimo di 3000 cm2),
c. locali interrati, a quota compresa tra -5 m e -10 m al di sotto del piano di riferimento,: S ‹ Q x 20 (con un minimo di 5.000 cm2).
I forni che utilizzano il metano o gas di città o butano, sono costituiti di un bruciatore posto sotto la camera di cottura il quale riscalda la camera stessa dal basso verso l’alto.
Naturalmente questo tipo di forni offrono sempre un calore superiore sulla piastra e minore sul cielo della camera di cottura.
Diverse sono le soluzioni utilizzate dai costruttori per ottimizzare la difficile regolazione del calore, trattasi sempre di regolazioni meccaniche che avvengono tramite saracinesche le quali aprono e chiudono condotte di aria che la convogliano dove serve.
Poiché l’energia termica si sviluppa per effetto di una miscela di ossigeno e gas, dentro queste condotte a volte possono essere convogliati i fumi caldi della combustione prima di essere incanalati nella canna fumaria, per questo motivo i forni a gas si dividono in due diverse tipologie :
1. ) forno a combustione diretta
1. ) forno a combustione indiretta
1) i forni a combustione diretta sono quelli che sfruttano i fumi caldi della combustione per riscaldare il cielo (la parte alta della camera di cottura), quindi vengono immessi nella camera di cottura prima di essere convogliati nella canna fumaria.
2) i forni a combustione indiretta invece si differenziano perché i fumi vengono tenuti sempre separati e subito indirizzati verso la canna fumaria mentre l’aria riscaldata (essendo più leggera si sposta verso l’alto), convogliata in apposite condutture, serve per portare il cielo alla temperatura desiderata. In questo modo è impossibile che i fumi della combustione possano venire a contatto con il prodotto da cuocere.
Per entrambi i tipi di forni a gas la temperatura viene regolata tramite elettrovalvole o valvole con sonda termica le quali oltre a fungere da rubinetto di apertura e chiusura del gas, quando il forno è freddo o quando arriva alla temperatura desiderata, intervengono nel caso di improvviso spegnimento della fiamma del bruciatore evitando la saturazione dei locali e quindi l’esplosione del forno.
Il gas viene distribuito da aziende consorziate o da enti che ne garantiscono il consumo direttamente a casa dell’utente.
Una distinzione importante si rileva tra il gas metano ed il gas di città;
il gas metano è sempre costante nella pressione quindi il suo utilizzo è sempre regolare nel tempo; mentre il gas da città, quando l’azienda distributrice non si rifornisce di metano, viene spinto nelle tubazioni tramite centrali di pompaggio e quindi, alle volte, la sua resa può risultare diversa a seconda della pressione e della quantità di ossigeno che le operazioni per spingerlo richiedono.
Per avere una combustione ideale occorre, per il gas di città , circa 10 metri cubi di aria per ogni kg, di gas bruciato, invece per il gas metano l’aria necessaria è di circa 15 metri cubi per kg.
Risulta evidente che per avere il massimo rendimento dai combustibili che si possono utilizzare è necessario che ci sia il giusto rapporto tra ossigeno e gas nella camera di combustione, questo è facilmente visibile dal colore e forma della fiamma durante il funzionamento (sia essa derivante dal gas di città, metano, butano, ecc..).
Sempre dal DM 12/04/96 risulta possibile utilizzare il gas come energia solo se i locali presi in oggetto sono:
L'installazione è consentita esclusivamente in locali fuori terra, eventualmente comunicanti con locali anch'essi fuori terra. In entrambi i casi il piano di calpestio non deve presentare avvallamenti o affossamenti tali da creare sacche di gas che determinino condizioni di pericolo.
Aperture di aerazione
I locali devono essere dotati di una o più aperture permanenti di aerazione realizzate su pareti esterne di; è consentita la protezione delle aperture di aerazione con grigliati metallici, reti e/o alette antipioggia a condizione che non venga ridotta la superficie netta di areazione.
Le aperture di aerazione devono essere realizzate e collocate in modo da evitare la formazione di sacche di gas, indipendentemente dalla conformazione della copertura. Nel caso di coperture piane tali aperture devono essere realizzate nella parte più alta della parete