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 IL VETRO NELLA STORIA E NEL COSTUME: UNA LEGGENDA MODERNA
Il vetro è una splendida alchimia di materie semplici che, nella sua trasparenza, racchiude e riflette la storia dell'umanità.

LE ORIGINI

Il vetro ha origini molto antiche e ancora oggi non è facile stabilire con esattezza a quale popolo si possa attribuirne la scoperta. Secondo un'antica leggenda fenicia infatti si racconta che alcuni mercanti, tornando dall'Egitto con un grosso carico di carbonato di sodio ("natrum"), si fermarono una sera sulle rive del fiume Belo per riposare. Non avendo però delle pietre a disposizione per sistemare gli utensili per preparare le vivande, gli ingegnosi uomini presero alcuni blocchi di carbonato di calcio e vi accesero sotto il fuoco che continuò ad ardere per tutta la notte. Al loro risveglio i mercanti si accorsero sorpresi che al posto della sabbia del fiume e del carbonato di sodio c'era una nuova materia lucente e trasparente, il vetro.
Così, come spesso accade nella storia, da un fatto casuale nacque una scoperta destinata a cambiare in modo significativo la vita degli uomini.

PASSAGGI STORICI E TECNICHE DI LAVORAZIONE

Anche le prime suppellettili, le più antiche manifatture risalgono all'età del Bronzo. I più antichi reperti archeologici sono costituiti da perline, sigilli, intarsi e placche, pare infatti che le tecniche di lavorazione di allora permettessero soltanto la produzione di oggetti di piccole dimensioni, destinati soprattutto ad usi rituali e a scopo ornamentale. I recipienti in vetro provenienti da questa zona risalgono al XV secolo a.C. e sono prevalentemente vasi a beccuccio.
La nuova arte di forgiare il vetro e produrre oggetti si diffuse rapidamente lungo le coste del Mediterraneo, in Siria, a Cipro e soprattutto in Egitto (qui, nella tomba di Tutankamon, ad esempio, sono stati ritrovati numerosi monili, scarabei, amuleti, pomoli e perline).
Ma il vetro rimase per lungo tempo un materiale raro e costoso, spesso assimilato a materiali preziosi come pietre dure o gemme e costituiva un bene di lusso!
Successivamente a questo primo periodo di fulgore, le guerre e le carestie segnarono il tempo provocando una crisi che limitò di molto la produzione di materiali preziosi, e anche l'industria del vetro subì un notevole rallentamento.
Una volta superata questa fase di stasi, grazie alla rinascita politica e commerciale vi fu una ripresa delle attività, un forte impulso nelle arti e mestieri, compresa l'industria vetraria. Infatti, ricominciò la produzione di vasi e recipienti con la tecnica "a corpo friabile" (una particolare lavorazione nella quale la materia vitrea, sostenuta da una forma che veniva successivamente distrutta, veniva modellata a caldo), questi contenitori riproducevano soprattutto le forme delle ceramiche greche e specialmente sulla costa fenicia e in Assiria si producevano ampolle per profumi e unguenti, ciotole in avorio intagliate, pannelli ornati con intarsi di vetro policromo, suppellettili da tavola di colore verde pallido o incolori. Sempre di quest'epoca anche le prime coppe emisferiche e addirittura le fiaschette (ne sono state ritrovate moltissime in Spagna, Nubia, Creta e in Italia).
Un'altra tecnica utilizzata fu poi quella della "colatura" realizzata attraverso l'avvolgimento di fili di materia vitrea fusa attorno al corpo friabile ruotante che fungeva da supporto. Il vetro veniva quindi colato in stampi, molato, levigato e intagliato.
Tra i numerosissimi esemplari di ampolle e recipienti di vetro ne sono stati ritrovati molti anche nelle sepolture, infatti facevano parte del corredo funebre e contenevano oli, balsami e profumi. Tra le splendide opere venute alla luce ci sono anche alcune scatole cilindriche e quadrangolari realizzate per la conservazione del kohl (una polvere cosmetica nera che veniva usata per colorare il contorno degli occhi) e decorate con sottili fili vitrei e gocce di policromo. E ancora, monili e pendenti coloratissimi riproducenti teste maschili ricciolute e barbate ma anche maschere demoniache, satiri, teste di arieti e uccelli.
La più significativa evoluzione tecnica si deve ai Persiani che producevano coppe perfette, fuse e intagliate, di vetro incolore o verdastro (vetro grezzo) dai disegni fantasiosi che si rifacevano alla produzione contemporanea in argento e bronzo.
Nella storia, nel costume delle varie epoche, grazie alle mani sapienti dei maestri vetrai, il vetro si anima e vive, affermandosi come uno dei materiali più apprezzati e graditi dalla gente.
Da alcune città dell'Italia centrale e meridionale e dalla Magna Grecia arrivano i più disparati e antichi oggetti di vetro che testimoniano il primo tentativo della creazione di un "servizio" da tavola completo, costituito da contenitori per le portate, vassoi, recipienti e coppe per bere, alte e basse, di colore bruno dorato o verde oliva (questo dipendeva dalle condizioni di ossidazione del forno).
All'inizio dell'età ellenistica il vetro veniva considerato tanto prezioso che i monarchi macedoni facevano arricchire i loro scudi da parata con degli intarsi di vetro tra le figure d'avorio intagliate, con decorazioni d'oro sbalzato e ornamenti d'argento. Il vetro diventa così sempre più diffuso e utilizzato!
Nell'epoca romana dell'Imperatore Augusto l'industria vetraria e la produzione di manifatture vetrarie si sviluppò grandemente. Vennero anche sperimentate tecniche di colorazione nuove e si riuscì ad immettere sul mercato del vasellame "economico": un vaso di vetro per una moneta di rame!
L'industria romano-italica produsse un vasellame particolare, ottenuto mediante colatura in stampi composti da due parti, plasmando il vetro sopra o all'interno di stampi tradizionali. Prettamente romane poi erano le coppe, coppette e vassoi eseguiti per mezzo della colatura e colorati di blu Savoia, verde giada, rosso opaco, blu pavone, bianco e azzurro.
Nell'epoca di Augusto fu scoperta una nuova tecnica di lavorazione del vetro, quella del "soffio mediante canna", che rivoluzionò la produzione del vetro e permise di ottenere la forma dell'oggetto desiderata attraverso la soffiatura libera o in stampi che, realizzati in metallo, legno e ceramica, riproducevano la forma da modellare. Questa nuova tecnica permise anche di perfezionare l'arte vetraria portandola ad un livello più alto e consentendo la produzione di oggetti rivolti ad una fascia sociale più ampia.
Un'altra innovazione importante si verificò nel 1° secolo d.C. e riguardò l'uso del colore: il vetro grezzo, policromo, traslucido, brillante e opaco andò scomparendo per lasciare il posto alla colorazione naturale.
Si riuscì ad ottenere la principale caratteristica del vetro: la sua trasparenza.
A quell'epoca risale anche la produzione delle prime bottiglie a forma geometrica, dette appunto romane, "prototipi" delle bottiglie moderne.
Il vetro viene sempre più spesso usato come sostituto di altre materie e in molte lingue antiche veniva definito come "pietra fatta dall'uomo".

DALL'ORIENTE, A VENEZIA, AL RESTO DEL MONDO

Dopo l'epoca romana molte attività artigianali si interruppero ma quella legata al vetro proseguì in Oriente. E da qui le tecniche più sofisticate della lavorazione del vetro vennero acquisite a Venezia, nel Medio Evo, grazie allo scambio culturale che avvenne tra le due civiltà, quella occidentale e quella orientale. Nel Medio Evo assunse una grande importanza anche l'arte delle vetrate colorate o vetrocromia che rappresentavano elementi decorativi nelle chiese tardo romaniche e gotiche, importanti sia per l'estetica che per il significato spirituale che riuscivano ad esaltare.
La vetrocromia veniva eseguita da maestranze di alta qualità professionale e disegnata da artisti di chiara fama. Straordinari erano gli accostamenti di colori quali il rosso, l'azzurro e il bruciato.
Molte le cattedrali, le cappelle, le chiese in cui oggi si possono ammirare le testimonianza di questa splendida arte.
I Bizantini, intanto, applicavano paste di vetro nell'esecuzione dei loro straordinari mosaici ed anche nelle opere di oreficeria il vetro veniva adoperato sempre più spesso.
Nel 1271 si stilò il primo statuto dei vetrai che proibiva l'importazione di vetro straniero e impediva ai vetrai di altri paesi di lavorare a Venezia.
Nel 1291 viene decretato il trasferimento delle vetrerie da Venezia all'isola di Murano che da quel momento diviene il tempio incontrastato del vetro.
Mentre a Venezia si affinò l'arte vetraria con qualche innovazione, nel resto d'Italia si affermò più una tradizione vetraria manifatturiera, in alcuni centri come Firenze, Treviso, Bologna, Ferrara e Ancona.
Nel 1450 nacque il cristallo, materiale puro e sottile che venne realizzato in vetro sodico incolore utilizzando il manganese come agente decolorante, i maestri veneziani inventarono anche il vetro ghiaccio ottenuto immergendo il semifuso nell'acqua fredda; il vetro calcedonio prodotto ad imitazione della pietra dura, e il vetro millefiori ottenuto raggruppando corti segmenti di canne dai differenti colori.
Da Venezia, la produzione vetraria si espanse anche in altri paesi in Europa dove si aprirono molti centri di lavorazione del vetro attivi e qualificati.
Nella metà del 1800 accanto alla produzione artigianale, si sviluppò la prima vera attività industriale con l'introduzione del processo di meccanizzazione che consentì la prima produzione di bottiglie, bicchieri e flaconi.
Nel 1903 nacque la prima macchina per produrre bottiglie.

RITROVAMENTI AFFASCINANTI

Nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli è dagli anni trenta che si può ammirare la Collezione dei Vetri, si tratta di reperti vitrei dell'epoca romana ritrovati a Pompei durante gli scavi.
Si è riscontrato così che nell'area pompeiana si svolgeva una grande attività di produzione vetraria per la quale spesso veniva utilizzato rottame di vetro proprio come nei nostri giorni
Nel 1986 venne ritrovata la "Julia Felix" una nave romana della prima metà del II secolo d.C. , sul fondale adriatico a 6 miglia dall'isola di Grado, ad una profondità di 15 metri.
Fu scoperto che la nave trasportava una grande quantità di anfore ed una botte lignea, collocata a prua, che conteneva moltissimi frammenti di vasellame di vetro. Questi, in particolare, costituiscono una testimonianza storica sulle tecniche di lavorazione del vetro perché sono la prova che già allora si usava riutilizzare il rottame di vetro per la produzione di nuovo vetro: antenata del riciclo!
Un altro "relitto del vetro" venne rinvenuto nel 1980 sul fondo marino antistante Venezia da un gruppo di subacquei. Si tratta di un antico vascello naufragato con tutto il suo carico di blocchi di vetro semilavorato, di diverse dimensioni e di colore verde. Sull'origine dell'imbarcazione vi sono due diverse ipotesi, la prima, che fosse una nave sulla rotta orientale (dimostrata da un'insegna ottomana) la seconda invece che fosse un vascello turco in navigazione lungo le coste italiane.

AI GIORNI NOSTRI

Oggi il vetro è, di fatto, una delle materie più apprezzabile e utilizzate in tantissimi settori dall'architettura (pannelli, pareti, vetrate, elementi decorativi, ecc.) agli oggetto di ogni genere rispondenti alle più svariate esigenze funzionali e decorative, fino alle opere puramente artistiche.
Le caratteristiche del vetro sono davvero eccezionali: il vetro è soprattutto naturale, compatto, duttile e malleabile, trasparente, sterilizzabile, indeformabile, fusibile, riciclabile e resistente all'acqua e agli agenti atmosferici.
In Italia, l'Associazione Nazionale degli industriali del Vetro raggruppa 13 aziende impegnate nella produzione di vetro cavo meccanico (cioè quello ottenuto con il processo produttivo automatico). 43 sono gli stabilimenti distribuiti sul territorio nazionale, che assicurano flessibilità produttiva, rapidità di consegna, e contenimento dei costi di trasporto, e che garantiscono un prodotto finito di alta qualità, sicuro ed affidabile.
Le varianti offerte dal vetro e i suoi diversi impieghi sono molteplici.
Il vetrocemento è una struttura leggera usata per coprire o per dividere, composta da formelle di vetro annegate in un supporto di cemento, appunto, in modo da formare un solido che possa lasciar passare la luce.
Il vetro crown si utilizza in campo ottico ed è un vetro di bassa densità, dotato di basso potere disperdente atto alla correzione dell'aberrazione cromatica delle lenti. Si basa sull'accoppiamento di due lenti di vetri diversi nei quali è diverso il rapporto tra la lunghezza focale per i raggi rossi e violetti.
Lo strass è uno speciale impasto di vetro che serve a fare diamanti falsi e (bijotteria) e oggetti ornamentali perché è più brillante grazie alla presenza di maggior quantità di acido borico.
Il vetro infrangibile si ottiene temperando l'impasto mediante un raffreddamento repentino con una corrente d'aria che rende la massa instabile e quindi più dura e resistente. In caso di incrinatura la massa si rompe in minutissimi frammenti.
La vetroceramica si ottiene dall'accoppiamento del vetro con la ceramica. Alla pasta di vetro vengono aggiunti metalli particolari come l'ossido di cromo e di titanio, questi finiscono poi per cristallizzarsi.
Questo materiale viene usato soprattutto per realizzare stoviglie resistenti al fuoco, vetri di saldatura, e componenti per la missilistica.
Il vetro è importantissimo anche nella realizzazione di contenitori utili alla conservazione di cibi e bevande, pensate ai succhi di frutta, al vino, al latte, a tanti alimenti che arrivano sulle nostre tavole soltanto dopo essere stati adeguatamente conservati proprio grazie alle ottime peculiarità del vetro.
Del vetro facciamo un uso vario e quotidiano, ci accompagna nella vita di tutti i giorni e la leggenda continua.
Maria Elena Monti
   
 
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