Un abbinamento che può sembrare strano, che potrebbe far pensare ad un’ associazione di alimenti non corretti, io credo invece che da sempre l’uomo abbia fatto uso di questi due elementi abbinandoli volutamente.
La pizza e la pasta, pur appartenendo allo stesso gruppo di alimenti e cioè a quello dei carboidrati in grado di fornire proteine e alcune vitamine del gruppo B, in particolare la tiamina (vitamina B1) e niacina (vitaminaPP), sono da sempre uno degli alimenti essenziali nella nutrizione umana. Antichissima è la produzione di pane e di pasta molto spesso associate nella formazione di ricette. Alcune interessanti, sono menzionate da Vincenzo Tanara in Economia del cittadino in villa, prima edizione a Bologna, nel 1644, da Giacinto Monti, dove (la novità per l’epoca sorretta dal desiderio di non buttar via nulla) arriva con il suggerimento di usare il pane vecchio grattato minutamente e setacciato mescolato alla farina, per fare lasagne o usato come condimento.
Così recita una ricetta tratta dall’opera:
“Alcuni si servono di pan grattato in luogo di cacio, i giorni di vigilia, tramezzandolo fra le lasagne. Vero è che lo accompagnano con mandorle pistate, poco zucchero, pepe ammaccato e forse con aglio fritto. E ne fanno un suolo di lasagna e uno si pan grattato, mischiato con dette robe.
Non è finita. Grattugia una pagnotta, si fa, con poca farina e acqua, un impasto duro, da ridurre
In bocconcini, che si calcano con un dito sulla grattacacio riversa, e si chiamano macaoni, strozzapreti e da noi gnochi. Questi cotti nell’acqua bollente si condiscono con butirro cacio, e nei giorni di vigilia si possono coprire di agliata o di noccioli e mandorle. Questi ho mangiato in salsa verde, assai buoni, come i macaronzini di Napoli. Ovvero, dopo sgocciolati, metteli in un tegame con petrosello aglio e pepe, e falli friggere in olio, che facciano crosta”.