Da quando la crisi economica ha iniziato a mordere il mercato, la pizza ha ottenuto un rilevante posto nell’alimentazione dell’uomo. Sia ben chiaro, la pizza era già molto famosa e altamente inserita nel menù dell’uomo moderno.
Dalla sua nascita “La Pizza” serviva per alimentare il popolo, era uno dei pochissimi alimenti di cui disponeva e che era capace di alleviare le sofferenze della vita di tutti i giorni. Nel corso dei secoli, ha saputo conquistarsi la dignità di ottimo alimento, tanto che anche i nobili di notte, frequentavano le taverne e ne facevano uso. La sua popolarità inizia con la Regina Margherita, la quale sdogana l’utilizzo di quest’alimento e lo pone allo stesso livello di molti altri consumati nella tavola di corte.
Con l’avvento della ristorazione moderna, la pizza ha saputo conquistare un posto dominante tanto è vero che oggi anche gli Chef stellati si sono invaghiti di questo alimento, al punto che alcuni ne hanno fatto un argomento didattico.
Questo è un bene perché si riconosce alla PIZZA la sua valenza culinaria, cosa che in passato le era preclusa. La moda di consumare pizza oggi fa sì che molto spesso questo prodotto sia prodotto in modo scorretto. Penso all’utilizzo della farina americana, al consumo eccessivo di farina 00 nella produzione di pizza. Tutti elementi che fanno di questo stupendo alimento un prodotto, molto spesso indigesto.
I più anziani si ricorderanno che la farina cosiddetta americana è giunta in Italia con gli aiuti degli americani dopo la seconda guerra mondiale. Ma prima di questo periodo in ogni Regione italiana si consumava pizza nelle variabili più disparate: dalla pizza napoletana alla focaccia genovese, dalla focaccia pugliese alla pizza romana (oggi chiamata anche pinza), dalla crescia marchigiana alla tiella di Gaeta e così via.